di Roberta D’Aleo
Per la rubrica “abbattiamo le barriere architettoniche mentali“ oggi risponderemo a: come fa un privo della vista a cucinare?
Caro lettore, mangiare è uno dei bisogni primari di qualsiasi essere vivente ma come fa un cieco a potersi destreggiare in cucina?
Partendo dal presupposto che esistono dei corsi appositi, possiamo benissimo dire che ci sono molte persone con disabilita visiva che si arrangiano tranquillamente da sole tra i fornelli cercando i trucchi più adatti per poter fare molte delle cose che solitamente si fanno usando la vista. Da questo intro deduciamo che fondamentale sarà l’esperienza pratica e personalizzata per ognuno di noi. Iniziamo col dire che solitamente chi non vede ha enormi difficoltà a potersi muovere in cucina se qualcuno sposta ingredienti, cucchiai, palette e qualsiasi strumento utilizzato: non vedendo la precisione della posizione di ciascuna cosa è fondamentale per poter fare in discreta velocità e piena autonomia.
Se un cieco si propone di cucinare, dunque, lasciategli fare tutto il lavoro dall’ inizio alla fine, altrimenti avrà sicuramente qualche piccolo intoppo (ovviamente non necessariamente ma la probabilità è abbastanza alta)! Il tatto ci servirà a riconoscere gli ingredienti, gli oggetti, a dosarci con le quantità, a sentire se qualcosa è cotto o ancora crudo, se il cibo è ancora integro o è già avariato, possiamo tranquillamente avere contezza della fase di preparazione del cibo stesso: come? Certamente dalla consistenza: se qualcosa, per esempio, sta andando a male sicuramente ce ne accorgeremo oltre che attraverso l’odore sgradevole anche dalla compattezza dell’alimento stesso, idem per la cottura, infatti, con una semplice forchetta avremo sotto le dita la sensibilità per comprendere quando qualcosa vuole cuocere ancora o meno. Se ad esempio stiamo friggendo delle melanzane non sarà necessario girarle finché risulteranno ancora molto dure al tatto ma aspetteremo che queste siano più morbide. Funziona allo stesso modo per la carne e al contrario per le uova.
L’olfatto sarà utile per fiutare se qualcosa si sta bruciando o se il soffritto è arrivato alla giusta temperatura. Le orecchie serviranno, più che per il cucinare in se stesso, per la nostra sicurezza, infatti, avere tutti i suoni sotto controllo è importante per capire se qualcosa non va col fuoco. Per qualsiasi privo della vista è bene prima di accendere i fornelli accertarsi che questi siano sgombri da ogni cosa potenzialmente infiammabile come strofinacci, cucchiai di legno, presine, etc… È importante saper gestire l’organizzazione della cucina con accorgimenti che varieranno da soggetto a soggetto: ad esempio per avere idea di quanto olio ci vada sul fondo della padella qualcuno userà il dito poggiato per misurare il livello, ci sarà poi chi si sarà organizzato con un dosatore ( Come quelli del sapone per le mani).
Sicuramente avere forme diverse per i barattoli o i contenitori in generale sarà utile per capire cosa abbiamo sotto le mani senza bisogno di dover aprire, annusare e/o toccare ogni cosa. Strumenti che possono agevolarci poi sono la penna etichettatrice, la bilancia pesa alimenti parlante, le varie Apps che possono leggere il tempo di cottura. Questo argomento è molto vasto ma spero di avervi dato almeno un’idea. Vivere da soli e certamente un’esperienza gratificante, come detto già altre volte, chi non vede a le stesse esigenze di chi ha un visus perfetto.
Se vi è piaciuto l’articolo, se volete altre informazioni, se avete altre curiosità, se volete aiutare ad aiutarmi fatelo scrivendo nei commenti, mettendo like e condividendo.
Vi abbraccio
La vostra Roby
- Da portatore dei Misteri a portavoce della Disabilità: La Storia di Simone Galia
- Francesco Scontrino: Da Trapani a Vonnas, il Giovane Chef alla Corte di Georges Blanc
- Addio a Totò Schillaci: l’Eroe che ha fatto sognare l’Italia intera
- Quando le barriere non sono solo fisiche: la battaglia invisibile per la dignità
- Oltre lo Specchio: Come Chi Non Vede Percepisce Se Stesso e gli Altri