L’Intreccio di Vite e Culture nel Romanzo di Enzo Di Pasquale

di Nino Barone

“Come un tiglio a Gezi Park” di Enzo Di Pasquale è un romanzo che affascina sin dalle prime righe grazie a una descrizione minuziosa e vivida della vita e dei luoghi. Palermo è la città in cui la storia prende avvio. Di Pasquale ci introduce nella quotidianità di una delle protagoniste, un’insegnante precaria, Elisa, simbolo della condizione lavorativa instabile che ha sempre caratterizzato la nostra terra.

Il romanzo presenta un susseguirsi di personaggi che si intrecciano tra loro con una narrazione avvincente. Di Pasquale riesce a catturare il lettore e a costringerlo a fermarsi per un capitolo ancora, immergendolo in un mondo ricco di dettagli e di storie interconnesse. I personaggi, con le loro vite e le loro esperienze, si fondono in un tessuto narrativo che mantiene alta l’attenzione e la curiosità, creando un legame profondo tra il lettore e la storia. Questa abilità narrativa rende il romanzo un’opera che coinvolge e appassiona.

Di Pasquale connette mondi e vite apparentemente distanti tra loro. Personaggi come Elisa e Acelya, Mario ed Etkin, Carlo e Marcello, prendono vita e si intrecciano creando un asse affascinante tra Sicilia e Turchia, tra Palermo e Instanbul. Il romanzo è impreziosito da potenti metafore: le larve che scavano tunnel e cunicoli, sovrapponendo le generazioni fino a distruggere la pianta. Questa immagine rappresenta una Sicilia ancora prigioniera del malaffare, una presenza invisibile ma pervasiva che continua a divorare la terra fino alla sua distruzione.

Leggendo “Come un tiglio a Gezi Park”, oltre a vivere le due storie parallele che si sviluppano, ho avuto la sensazione che Istanbul fosse anche un po’ Sicilia. L’accoglienza che Etkin riserva a Marcello, l’invito a mangiare tutte le prelibatezze, anche insistentemente, mi ricorda la nostra cultura siciliana dell’accoglienza e dell’ospitalità. Ho percepito una duplice connessione: da un lato, la storia in sé con i suoi protagonisti; dall’altro, lo sfondo che ci offre un’idea di una cultura mediterranea di cui sia la Sicilia che la Turchia sono, tutto sommato, figlie. Questa affinità culturale emerge chiaramente e aggiunge un ulteriore strato di profondità alla narrazione, rendendo il romanzo ancora più coinvolgente e ricco di significato.

Mi ha colpito particolarmente il personaggio di Etkin, padre di Acelya. La sua preparazione e saggezza, il modo in cui si pone nella crescita della figlia e la sua visione politica dei fatti lo rendono un vero e proprio Uomo di mondo. Le rassicurazioni che offre alla figlia riflettono non solo il suo amore paterno, ma anche una profonda comprensione della vita e delle sue complessità. Etkin è un personaggio che incarna la saggezza e l’esperienza, aggiungendo ulteriore spessore alla trama del romanzo.

Il romanzo traccia anche un profilo culturale della nostra terra ormai radicato, affrontando temi cruciali legati al precariato nel mondo del lavoro, in particolare nel settore scolastico. Viene messa in luce la condizione attuale della scuola rispetto a quella di ieri, evidenziando come essa abbia perso il suo valore culturale, educativo e sociale. Attraverso questi frame, Di Pasquale ci mostra un quadro realistico e critico della società siciliana, dove vecchie piaghe sociali continuano a influenzare la vita quotidiana e il tessuto economico.

Il romanzo diventa così non solo una storia avvincente, ma anche una riflessione profonda sulle dinamiche sociali che caratterizzano la nostra terra, offrendo al lettore uno sguardo critico e consapevole sulla realtà attuale. Il romanzo che, come detto, parte da Palermo e si conclude a Istanbul, inizia con all’orizzonte una nave da crociera che va e termina con all’orizzonte una nave da crociera che va. Traccia un arco narrativo che va da un porto all’altro. Nel mezzo, si sviluppa una storia avvincente e a tratti commovente, con un intreccio sapiente di personaggi e protagonisti.

Il romanzo è ricco di colpi di scena, tra cui l’incontro inaspettato tra Elisa e Marcello, che aggiunge ulteriore profondità e suspense alla trama. Di Pasquale riesce a tenere il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina, creando un legame emotivo con i personaggi e rendendo ogni svolta della storia significativa e coinvolgente. Non sono solo viaggi geografici, ma anche e soprattutto interiori, che attraversano culture, emozioni e vicende umane. Il finale chiude il cerchio narrativo in modo potente e suggestivo, lasciando il lettore con una profonda riflessione sui temi trattati e un ricordo indelebile delle storie raccontate.

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