Radici e Versi: Il viaggio poetico di Cinzia Pitingaro tra Lingua e Tradizione Siciliana

di Nino Barone

Cinzia Pitingaro è senza dubbio una delle più brillanti e valide espressioni della poesia siciliana contemporanea. Con il suo libro “Sali, Zuccaru e Feli” edito da Edizioni del Poggio, Pitingaro ci offre una raccolta poetica capace di colpire nel profondo il cuore di chiunque si avventuri tra i suoi versi. La sua poesia, intrisa di sentimenti genuini e nostalgici, dipinge quadri vividi di vita siciliana, evocando paesaggi, tradizioni e momenti di un tempo che fu, con una malinconia che permea ogni parola.

Uno degli aspetti più affascinanti della poetica di Cinzia Pitingaro è l’uso del lessico dialettale. La sua scelta di esprimersi in dialetto siciliano non è meramente stilistica, ma profondamente significativa: attraverso termini ricchi e variegati, l’autrice riesce a restituire con autenticità l’anima di una terra e di un popolo. Il dialetto diventa così non solo un mezzo di comunicazione, ma uno strumento potente per veicolare emozioni e ricordi, per far rivivere tradizioni e usanze che rischiano di essere dimenticate.

La poesia di Pitingaro è popolareggiante, nel senso più nobile del termine. Tratta temi cari a tanti poeti, come l’amore, la famiglia, la terra natia, ma lo fa con una sensibilità e una delicatezza fuori dal comune. Le sue “pennellate lessicali” sono in grado di fare la differenza, trasformando esperienze e sentimenti comuni in qualcosa di unico e straordinario. Ogni verso è un frammento di vita, un pezzo di storia siciliana raccontato con passione e rispetto, con la consapevolezza del valore inestimabile di ogni singolo dettaglio.

In “Sali, Zuccaru e Feli”, Cinzia Pitingaro ci conduce per mano attraverso i paesaggi siciliani, facendoci sentire il calore del sole: Ju sugnu la Sicilia e sugnu fimmina/è cotta di lu suli la me peddi; ma anche il profumo del mare, il sapore del sale e dello zucchero. Le sue parole ci fanno rivivere feste popolari, tradizioni culinarie: arripustati o latu da tannura/buttigghi pi la sarsa e pu pelatu; storie di vita quotidiana che, pur nella loro semplicità, racchiudono una profondità e una bellezza senza pari: o suli ca spaccava puru ‘i petri/cannizza di cucuzzi e pumadori. La malinconia che permea le sue poesie non è tristezza fine a sé stessa, ma una dolce rievocazione di un passato che continua a vivere nei ricordi e nelle parole dell’autrice.

La capacità di Pitingaro di evocare emozioni profonde con un linguaggio semplice ma efficace è una delle caratteristiche che rendono la sua poesia così speciale. La sua attenzione ai dettagli, la cura nella scelta delle parole, la musicalità dei suoi versi contribuiscono a creare un’esperienza di lettura coinvolgente e appagante. “Sali, Zuccaru e Feli” non è solo un libro di poesie, ma un viaggio emozionale attraverso la Sicilia, un omaggio alla sua cultura e alle sue tradizioni, un invito a riscoprire la bellezza delle cose semplici.

La poetica di Cinzia Pitingaro rappresenta un ponte tra passato e presente, tra tradizione e modernità. È una poesia che parla al cuore, che commuove e ispira, che fa riflettere e sognare. “Sali, Zuccaru e Feli” è un’opera che merita di essere letta e riletta, un tesoro di parole e sentimenti che testimonia la grandezza della poesia siciliana contemporanea.

I versi di Cinzia Pitingaro rappresentano un autentico tesoro linguistico, radicato profondamente nel territorio delle Madonie. Attraverso l’uso di termini dialettali tipici del suo paese d’origine, l’autrice non solo rende omaggio alla sua terra, ma riesce anche a preservare e valorizzare un patrimonio culturale e linguistico ricco e variegato. In “Sali, Zuccaru e Feli”, l’autrice utilizza parole ed espressioni che, sebbene non comuni in altre zone della Sicilia, evocano immediatamente il fascino e l’identità di una area linguistica specifica.

Un esempio affascinante è il termine “cunchiri“, che significa “maturare”. Questo termine ha una radice etimologica interessante che risale al latino “concludere”, ossia “chiusura di un ciclo”. La scelta di questa parola da parte di Pitingaro non è casuale: essa sottolinea il concetto di crescita e di completamento naturale di un processo, riflettendo al contempo la profondità e la ricchezza della lingua siciliana attraverso il dialetto delle Madonie.

Un altro termine che emerge nella poesia di Pitingaro è “sugghiu“. Questo termine si riferisce a un elemento specifico del telaio da tessitura, un ingranaggio dentato attraverso cui passano i fili. Tuttavia, nella cultura popolare siciliana, il “sugghiu” assume anche una connotazione del tutto diversa: rappresenta un mostro immaginario utilizzato per spaventare i bambini e indurli a comportarsi bene. La frase “nun t’alluntanari di cca si no veni ‘u sugghiu e ti mancia” era infatti una minaccia comune rivolta ai piccoli, evocando l’immagine di un mostro con una grande bocca dai denti affilati, pronta a mangiarli se non fossero stati obbedienti. I denti del mostro e l’ingranaggio dentato dell’elemento del telaio potrebbero avere una sorta di correlazione.

Nei suoi versi si constata un ulteriore elemento linguistico di grande interesse: la pronuncia cacuminale del nesso STR che, nel caso della parola “cannistru” si evolve in “sc”, ossia “cannisciu”.

Altro interessante elemento ortografico che emerge dai versi di Cinzia Pitingaro è l’uso del paragogico “eni” al posto di “è”. Questa particolarità linguistica si riscontra spesso nelle sue poesie e molto diffusa nelle parlate locali in particolare nell’area palermitana; conferisce ai testi una connotazione locale ancora più marcata e autentica: “c’avennu l’aria e l’acqua, eni cuntentu”.

“Sali, Zuccaru e Feli” non è solo una raccolta di poesie, ma un viaggio emotivo e linguistico dove ogni parola scelta con cura contribuisce a evocare la bellezza e la ricchezza della tradizione siciliana. La poetica di Cinzia Pitingaro è un invito a riscoprire e valorizzare le radici linguistiche e culturali della Sicilia, offrendo ai lettori un’esperienza di lettura autentica e profondamente coinvolgente.

L’intervista effettuata con Osmo Pocket 3