di Roberta D’Aleo
Per la rubrica “abbattiamo le barriere architettoniche mentali“ oggi risponderò alla domanda: come organizzi il tuo armadio? E i trucchi?
Caro lettore,
Andare a fare shopping è per molti un grande divertimento, un momento per rilassarsi o per regalarsi qualche soddisfazione e questo può valere anche per noi ciechi ma, una volta tornati a casa, quando non ci sarà più la commessa ad IndyCarci il colore, il modello o qualsiasi altro particolare del nostro vestiario, riporre tutto in armadio seguendo un certo ordine sarà assolutamente necessario.
È fondamentale farsi spiegare il tono degli abiti comprati per poter memorizzare tutto quello che ci serve per poterlo riconoscere, ovvero il tessuto, un dettaglio, l’abbinamento che posso farci. Riesco, infatti, a riconoscere i miei vestiti da questi accorgimenti, anche se dovessi avere Diverse camicie posso comunque distinguerle da un polsino fatto in un certo modo, da un colletto alla coreana o meno, dalla stoffa di quella camicia e questo vale per tutte le altre tipologie di indumenti. Solitamente poi, cerco di sistemare i cassetti e gli armadi in modo da avere tutto ordinato in base ai colori, al tipo di uso che farò di quel capo (se lo indosserò giornalmente o per un’occasione particolare) e dividerò i pantaloni con i pantaloni, le magliette con le magliette, i maglioni con i maglioni, eccetera.
Come ho detto in precedenza in un altro articolo poi, molti ciechi riescono a distinguere ancora qualche colore, magari non perfettamente ma quantomeno possono intuire se si tratti di qualcosa di scuro o di chiaro e questo sicuramente agevola il lavoro organizzativo ma è bene ricordare che esistono anche Degli strumenti che possono aiutarci: la penna-etichettatrice, ad esempio, che ti consente di ascoltare attraverso una sintesi vocale o la registrazione della tua stessa voce la descrizione con cui hai catalogato quell’indumento. Come funziona? Sono delle etichette da poter apporre sia sui cibi, sia sugli oggetti, sia sui vestiti (possono andare ovviamente in lavatrice) sia per qualsiasi altra cosa su cui vogliamo affiggere questo tipo di ausilio. Attaccato l’ adesivo sul nostro capo, punteremo con la penna l’etichetta e registreremo con la nostra voce“ camicia Con disegni aerografati in bianco e nero“. Quando mi servirà riconoscere l’indumento, prenderò la mia penna e la punterò sull’etichetta, questa leggerà l’adesivo come un QR code e avrò quindi modo di riascoltare la mia voce che pronuncia ciò con cui ho descritto l’indumento.
Esistono anche delle Apps con la funzionalità “riconoscimento colori“ che certamente saranno un valido strumento da poter utilizzare per poter riconoscere il tono di quel dato capo. Rimettere ogni cosa al suo posto è assolutamente fondamentale, l’ordine e l’organizzazione per chi non vede sono assolutamente necessari: vi immaginate di andare alla ricerca di qualcosa che senza vedere può essere ovunque? Ci sarebbe da impazzire! Quindi ognuno ovviamente riordina secondo la propria logica ma, a grandi linee, i metodi per potersi orientare con l’abbigliamento credo che siano questi.
Per i trucchi? Vale fondamentalmente lo stesso principio, ovvero cercare di ricordare quelli che sono i colori degli ombretti nella nostra palette, ricordarne l’ordine nella disposizione e ricordare quali sono gli abbinamenti che si possono fare sovrapponendo tono a tono, anche se solitamente senza vedere non è per niente facile eseguire un make-up elaborato ma con la pratica niente è impossibile! Riconoscere una matita per gli occhi da un eye-liner o da un mascara sarà una delle cose più semplici da fare perché la loro forma sarà quella che ci sottolineerà la diversità di una o dell’altra cosa. Da queste parole avrete capito che i ciechi possono e sanno anche truccarsi!
È questione di pratica esattamente come per chi ci vede, di memoria e fantasia perché dovrete visualizzare mentalmente il lavoro che state svolgendo. Probabilmente non si utilizzeranno le stesse modalità di applicazione dei prodotti che potrebbe utilizzare una persona vedente ma alcune cose potrebbero essere stese ad esempio con le mani stesse , questo non toglie, però, il fatto che non sia strettamente necessario fare ciò , infatti con l’esperienza si possono utilizzare le stesse metodologie che avreste utilizzato nel caso in cui la vista fosse ottimale. Spero di aver risposto in maniera esaustiva a questa domanda e aspetto, come sempre, i vostri commenti, i vostri like e le condivisioni: aiutatemi ad aiutare!
Vi abbraccio
La vostra Roby