di Nino Barone
Dopo diversi anni di contatti intercorsi tramite Facebook, ho avuto il piacere di abbracciare per la prima volta Francesca Miabella. Potrà sembrare una di quelle storie che nascono e si consumano on line, questa ha un altro sapore, il sapore della Sicilia di oggi e di ieri. Nelle vene di Francesca quanto nelle mie scorre lo stesso sangue. Mio nonno Nino (di cui porto il nome) e sua madre Nina erano fratello e sorella. Il numero dei componenti della famiglia è ampio, almeno una decina e tutti, anzi, quasi tutti, accomunati dallo stesso destino. Francesca, insieme ai suoi familiari lascia Castellammare del Golfo nel 1970, aveva poco più di 16 anni. Qualche anno prima anche altri parenti lasciarono il paese per raggiungere gli Stati Uniti in cerca di una vita migliore. Alcuni preferirono altre mete: zia Libonia la Francia, zio Mariano la Lombardia, zio Mimmo la Toscana, il resto tutti in America. Soltanto mio nonno Nino decise di rimanere al paese, faceva il carrettiere e in una delle sue tante spole con Trapani conobbe Margherita Gangi che sposò e dal loro matrimonio nacque mio padre Mariano e i suoi fratelli. Stamattina ho ampiamente discusso con Francesca, sembrava come se ci fossimo conosciuti da sempre. Evidentemente il richiamo del sangue ha spinto entrambi a sentirci parenti, in fondo lo siamo e come. Ho rivolto a Francesca alcune domande, mie curiosità, tra cui anche la seguente: aver lasciato la tua terra ha rappresentato nel tempo motivo di rimpianto per te? Risp.: No! Assolutamente no! A Brooklin mi sono subito trovata bene e ho cominciato a lavorare, lì ho costruito la mia vita e la mia famiglia, nessun rimpianto solo la nostalgia di riscoprire le mie radici che ovviamente sono qui in Sicilia, a Castellammare del Golfo. Con questo spirito sono tornata e ritornerò ancora. Poi ci siamo salutati con serenità, sicuri di poterci rincontrare nel prossimo futuro, succederà ne sono certo, d’altronde attraversare l’oceano, oggi, è soltanto un gioco da ragazzi!
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