di Nino Barone
L’espressione “Ti faccio vedere i sorci verdi” ha origini nella Regia Aeronautica durante l’epoca fascista. Il simbolo dei Sorci Verdi era presente sui trimotori Savoia Marchetti SM.79, soprannominati “gobbi maledetti”, utilizzati con successo nella Guerra Civile Spagnola e nella Seconda Guerra Mondiale. Il simbolo consisteva in tre topolini verdi ritti sulle zampe posteriori, dipinti sulla fusoliera degli aerei.
Il primo utilizzo del simbolo avvenne nel 1937 su un SM.79 dipinto dal sottotenente Aurelio Pozzi. L’Aviazione Legionaria, inviata in Spagna, adottò successivamente il simbolo. L’espressione “vedere i sorci verdi” indicava la presenza di bombardieri italiani e si associava a un imminente bombardamento.
L’origine dell’espressione è oggetto di due teorie. La prima la attribuisce a un sottufficiale romano che l’avrebbe esclamato prima di una missione su Barcellona: “Domani annamo su Barcellona e je famo vede’ li sorci verdi”. L’altra teoria suggerisce che il simbolo e il motto siano nati dalla vittoria dei Sorci Verdi nella competizione aeronautica Istres-Damasco-Parigi.
Il Generale Giuseppe Valle adottò ufficialmente i tre topi come distintivo del 12° Stormo B.T. La squadriglia dei Sorci Verdi, basata a Roma-Ciampino Nord, fu impiegata in Sicilia e partecipò a missioni sulla Corsica e nel Dodecaneso durante la guerra.
L’espressione “vìdiri surci virdi” è stata adottata anche in Sicilia, assumendo il significato di “aversela vista male o avere superato una situazione di estremo pericolo”. D’altro canto, chi pronuncia “Ti fazzu vìdiri surci virdi” sta effettivamente minacciando il suo interlocutore.
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