di Nino Barone
Lo zio Pio, zio di mio padre, è un ricordo indelebile che si insinua nella mia mente proprio in questo periodo dell’anno. La sua casa, in quei giorni, si trasformava in un’industria di frutta martorana, e io, nelle miti sere che precedevano la Festa dei Morti, trovavo il mio rifugio sugli scalini del marciapiede davanti alla sua abitazione. Questa casa, situata all’angolo tra la via Cofano e la via Santa Costanza a Trapani, emanava un profumo intenso e avvolgente, un profumo che rimaneva impresso nella mia memoria.
Seduto lì, sul gradino, chiudevo gli occhi e lasciavo che quell’aroma penetrante mi trasportasse in un mondo di sogni e aspettative. Mi catapultavo mentalmente al 2 novembre, il giorno della Festa dei Morti, quando avrei finalmente trovato, in un angolo sperduto della mia casa, un paniere stracolmo di prelibatezze con frutta di martorana, rigorosamente quella dello zio Pio, un capolavoro di sapori e tradizione, e il giocattolo tanto desiderato.
Spesso, lo zio Pio non mancava di invitarmi all’interno della sua casa, e io accettavo l’invito con occhi brillanti di meraviglia. Là, assistevo incantato alla magia della lavorazione della frutta martorana. Zio Pio condivideva con me i segreti di una ricetta speciale, che faceva sì che la sua fosse la migliore che avessi mai assaporato. Nonostante gli anni trascorsi, quella frutta martorana preparata da lui è rimasta il mio punto di riferimento, il sapore indimenticabile che non ho mai più trovato altrove.
Ogni anno, tutto questo diventava per me un rituale, una tradizione che mi riempiva il cuore di gioia. Il ricordo di zio Pio continua a vivere in ogni profumo di frutta martorana e in ogni sapore che mi ricorda quei giorni magici passati nella sua casa. Il suo amore per la tradizione e l’impegno profuso nella preparazione di quei dolci rimangono un tesoro prezioso nella mia memoria, un legame speciale tra me e lo zio Pio, che resterà per sempre nei miei pensieri e nel mio cuore.
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